La prima vera "civiltà" in Europa apparve nell'Egeo verso il 2000 a.C. Dapprima a Creta, con la cultura denominata minoica, e poi in Grecia, negli insediamenti detti micenei, apparvero palazzi, con le sofisticate produzioni di abili artigiani e con numerosi altri indicatori di quella società complessa ed altamente organizzata, che chiamiamo civiltà.
«Civiltà», come «cultura», è una parola che è usata spesso, talvolta anche in maniera errata ed è definita raramente. In un senso molto generale, si può applicare alle società di Malta o dell'Isola di Pasqua, con i loro monumenti o statue di grandi dimensioni, o agli abitanti di Vinca, con le elaborate figure cultuali e la metallurgia. Ma la civiltà, come la si vuol definire in questa sede, e come la interpreta la maggior parte degli archeologi, vuol dire qualcosa più di questo ed implica una società più complessa, con una stratificazione sociale ben definita, comprendente di solito personaggi in posizione privilegiata e di comando, come principi e sacerdoti, con artigiani professionisti a tempo pieno, che producono prodotti specializzati, e un'organizzazione centrale permanente, spesso letterata, basata sul palazzo del principe, ovvero sul tempio del sacerdote, oppure su una comunità urbana, che vive in una città. L'uomo si è creato un nuovo ambiente che lo isola (o almeno isola coloro che appartengono ad un gradino elevato della gerarchia sociale) dal contatto immediato col mondo della natura e con le preoccupazioni pressanti del cacciatore o dell'agricoltore che deve pensare soltanto alla sussistenza. Come ha descritto l'antropologo americano Robert Redfield: «La svolta nei cambiamenti che l'umanità ha affrontato è il passaggio dalla vita precivilizzata a quella civilizzata».
Al momento di decidere se una specifica cultura antica debba essere considerata una civiltà, gli archeologi cercano alcune caratteristiche rivelatrici, tra le quali le tre seguenti: città che indichino una considerevole concentrazione di popolazione, edifici monumentali quali templi o palazzi, e la scrittura. La maggior parte delle società che vorremmo chiamare civiltà ne hanno almeno due. La civiltà sumerica in Mesopotamia, la più antica del mondo, le aveva tutte e tre; nell'antico Egitto, come nella civiltà Maya dell'America Centrale o a Creta, invece, non vi erano grandi città, mentre la civiltà Inca in Perù non ha lasciato documenti scritti. Eppure, nonostante ciò, in virtù della loro organizzazione sociale e delle realizzazioni tecniche, vanno certamente considerate civiltà. Analogamente, come vedremo, le società minoica e micenea rappresentano un modo di vita nuovo e più sofisticato nell'Egeo. Una discussione sull'uso semantico del termine «civiltà» è utile se conduce a questo risultato, mentre sottolinea che la civiltà egea arcaica, che non presenta agricoltura irrigativa e grandi città, era molto diversa da quella sumerica.